Il Pdl rimanda la fine
del mondo a mercoledì e il ticchettio del conto alla rovescia è il bisillabo “imu”.
O la tassa viene cancellata entro tre giorni o scateneranno la Santanché che a
cavallo di Sallusti seminerà crisi e distruzione. Contro ogni evenienza Letta
si è tenuto l’elmetto che gli tutelava il teschio in Afghanistan.
L’imu paradossalmente è
un’ipoteca elettorale, un prezioso
biglietto da visita: un partito che in campagna elettorale può dire “ci
siamo battuti per voi contro questa tassa iniqua nonostante i guai del nostro
leader” è un partito d’oro, guadagna punti puliti puliti sul carnet dei
consensi. E’ un’occasione da non perdere. Intanto la Santanché genera emicranie
a grappoli nella maggioranza con i suoi ultimata: “ Il presidente Berlusconi ha
già deciso, il governo cadrà, perché da Napolitano e Letta non otterrà nulla.”
Bisogna dire però che il “condannato” una ragione se la stava per fare ieri ad
Arcore; infatti si è detto disposto a scontare la pena ai servizi sociali ma
non la decadenza, quella non riesce proprio a digerirla. Anche se – senza sforzarsi
troppo – è facile intuire che è una pretesa piuttosto assurda: non far decadere
un senatore che viene condannato in via definitiva perché “ha consumato una
frode mentre era Presidente del Consiglio” è un po’ come se dopo il “Watergate”
avessero tenuto per Nixon la stanza degli ospiti nella Casa Bianca.
La verità è che Silvio
non ha pazienza! E’ come “na creatura”… e quando vuole una cosa la vuole
subito: “se quel lagnone avesse avuto la pazienza di aspettare invece di puntare
i piedi avrebbero fatto passare due o tre mesi e poi ,“a bocce ferme”, sarebbe
scattata una bella amnistia perché le carceri sono stracolme, e lui e Cosentino
sarebbero potuti correre in un campo fiorito vestiti di bianco e, soprattutto,
a rallenty! E invece no… il frodatore è capriccioso e vuole tutto e subito!
Come con Ruby! Non poteva aspettare e dirle: “uelà mi consenti… salve sono l’unto,
un po’ casalinga e un po’ minatore, un pirata ed un signore, che dici se
festeggiamo da me i tuoi 18 e a fine serata, nella stanza Putin, ti faccio il
regalino?!” no… ha voluto risparmiare sulle candeline e così s’è inguaiato! E’
proprio vero che i parvenus si perdono per poco!
E siamo arrivati perciò
all’epilogo più miserrimo, al più indecoroso dei parossismi: Berlusconi che
mendica una salvezza impossibile, perlopiù
ricattando, i suoi falchi che si danno alla coprolalia capeggiati dalla
gallinella isterica, le sue colombe che cercano di mantenere un posto al
governo abitato da un profondo combattimento delle interiora perché con un
occhio guardano alla maggioranza e con l’altro al mammasantissima - e solo
Gasparri ci riesce -, e, infine, il Pd, che dopo essersi venduto l’anima in
nome del nulla non riesce più a riscattarla in nessun modo.
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