In Verità

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lunedì 26 agosto 2013

C’É UN BEPPE IN OGNUNO DI NOI!


Beppe Grillo è il nostro Doctor Who… tutto nostro intendiamoci! Sa tutto lui, risolve tutto lui, sa cosa ci manca, sa cosa ci vuole, basta solo non contraddirlo altrimenti si trasforma in qualcosa di diverso: in un tamarroide di un pianeta lontano lontano, capace di trovarti nuovi e “ricercati” epiteti per poi apostrofarti con una fantasia che farebbe impallidire “Er Monnezza”. Certo, se sei un giornalista svedese o danese ti appare con le fattezze di Madre Teresa, ma se sei italiano prende vita la mutazione, ma per amore del Paese è ovvio. Oggi ha scritto sul suo blog che è finito il tempo delle mele, che bisogna andare al voto perché tutti hanno fallito, così il suo Movimento vincerà le elezioni e, infine, finalmente solo loro governeranno e, sempre in solitaria, cambieranno la legge elettorale. “Ogni voto” – parole testuali – “ un calcio in culo” ai politici che hanno portato questo paese alla rovina.  

Io per mesi mi sono arrovellato, ho cercato di capire dove avevo già sentito queste parole, dove era già in uso questo linguaggio ma non ci riuscivo… poi stamani l’illuminazione: mi trovavo in un bar, due o tre persone commentavano la situazione politica e ho sentito: “a calci in culo li manderei in galera, ci hanno rovinato.” Finalmente, ho trovato le “muse ispiratrici del grillismo”… e siamo noi! Noi gli abbiamo indicato la via della verità, noi siamo i primi presidenti del consiglio, i primi capi di stato della pausa caffè, anche se di lunedì diventiamo tutti allenatori di calcio, mica pizze e fichi? Noi sappiamo diversificare altrimenti ci annoiamo. E proprio grazie a questa “colorita” caratteristica che colma il nostro tempo libero non possiamo non concludere che il “populismo” spicciolo sta chiudendo drammaticamente il suo cerchio ventennale. La politica è a un bivio pericoloso: o si riforma e si riguadagna un’autorità nel rispetto delle istituzioni e delle leggi, o ci ritroveremo con degli idrofobici urlatori che smadonnano ad ogni piè sospinto con la bava del giustizialismo alla bocca.  Non vedo alcuna differenza – se non un’involuzione dello stesso fenomeno – tra il Berlusconi che ha degenerato la vita politica con la sua presenza e il Grillo che in nome della “verità in tasca” non ha alcun rispetto per le istituzioni e dell’iter democratico. Grillo non è diverso dal Bossi del “celodurismo”, dal Berlusconi che definisce chi non lo vota “una testa di cazzo”, dal Calderoli che paragona la Kyenge a un orango. Grillo ha solo un vantaggio su loro, dice cose condivisibili dalla massa cavalcando così il malumore generale, ma di certo non si può dire che sia Martin Luther King o Gandhi, né un garantista o un difensore dei diritti. I contenuti sono diversi ma lo stile è sempre quello. Se Berlusconi plagiò gli anni 90’ facendo apparire la vita reale come uno show televisivo, Grillo fa il gioco di prestigio col web e il linguaggio 2puntoBeppe. Siamo in un immenso bar virtuale dove tutti possiamo apostrofare in qualsiasi modo chi non la pensa come noi, agitare forche e far scattare ghigliottine, perché presumere di avere ragione ci da il permesso di dire e fare tutto quello che vogliamo. Per fortuna c’è da dire che, come spesso accade, pessimi padri ricevono in dono ottimi figli, e così allo stesso modo il grillismo difficilmente intacca i suoi stessi eletti, parlamentari che antepongono al populismo il lavoro, all’insulto facile e gratuito il rispetto per le istituzioni. Non si può avere tutto…per fortuna! Berlusconi ha avuto cloni raccapriccianti - anche se a vedere l'originale sembrava impossibile ottenere di peggio -, ma Grillo, grazie a Dio, ancora no!   

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