Beppe Grillo è il nostro
Doctor Who… tutto nostro intendiamoci! Sa tutto lui, risolve tutto lui, sa cosa
ci manca, sa cosa ci vuole, basta solo non contraddirlo altrimenti si trasforma
in qualcosa di diverso: in un tamarroide di un pianeta lontano lontano, capace
di trovarti nuovi e “ricercati” epiteti per poi apostrofarti con una fantasia
che farebbe impallidire “Er Monnezza”. Certo, se sei un giornalista svedese o
danese ti appare con le fattezze di Madre Teresa, ma se sei italiano prende
vita la mutazione, ma per amore del Paese è ovvio. Oggi ha scritto sul suo blog
che è finito il tempo delle mele, che
bisogna andare al voto perché tutti hanno fallito, così il suo Movimento
vincerà le elezioni e, infine, finalmente solo loro governeranno e, sempre in
solitaria, cambieranno la legge elettorale. “Ogni voto” – parole testuali – “
un calcio in culo” ai politici che hanno portato questo paese alla rovina.
Io per mesi mi sono
arrovellato, ho cercato di capire dove avevo già sentito queste parole, dove
era già in uso questo linguaggio ma non ci riuscivo… poi stamani l’illuminazione:
mi trovavo in un bar, due o tre persone commentavano la situazione politica e
ho sentito: “a calci in culo li manderei in galera, ci hanno rovinato.”
Finalmente, ho trovato le “muse ispiratrici del grillismo”… e siamo noi! Noi gli
abbiamo indicato la via della verità, noi siamo i primi presidenti del
consiglio, i primi capi di stato della pausa caffè, anche se di lunedì
diventiamo tutti allenatori di calcio, mica pizze e fichi? Noi sappiamo
diversificare altrimenti ci annoiamo. E proprio grazie a questa “colorita”
caratteristica che colma il nostro tempo libero non possiamo non concludere che
il “populismo” spicciolo sta chiudendo drammaticamente il suo cerchio
ventennale. La politica è a un bivio pericoloso: o si riforma e si riguadagna
un’autorità nel rispetto delle istituzioni e delle leggi, o ci ritroveremo con degli
idrofobici urlatori che smadonnano ad ogni piè sospinto con la bava del
giustizialismo alla bocca. Non vedo
alcuna differenza – se non un’involuzione dello stesso fenomeno – tra il
Berlusconi che ha degenerato la vita politica con la sua presenza e il Grillo
che in nome della “verità in tasca” non ha alcun rispetto per le istituzioni e
dell’iter democratico. Grillo non è diverso dal Bossi del “celodurismo”, dal
Berlusconi che definisce chi non lo vota “una testa di cazzo”, dal Calderoli
che paragona la Kyenge a un orango. Grillo ha solo un vantaggio su loro, dice
cose condivisibili dalla massa cavalcando così il malumore generale, ma di
certo non si può dire che sia Martin Luther King o Gandhi, né un garantista o
un difensore dei diritti. I contenuti sono diversi ma lo stile è sempre quello. Se Berlusconi plagiò gli anni 90’ facendo apparire la
vita reale come uno show televisivo, Grillo fa il gioco di prestigio col web e
il linguaggio 2puntoBeppe. Siamo in
un immenso bar virtuale dove tutti possiamo apostrofare in qualsiasi modo chi
non la pensa come noi, agitare forche e far scattare ghigliottine, perché presumere
di avere ragione ci da il permesso di dire e fare tutto quello che vogliamo.
Per fortuna c’è da dire che, come spesso accade, pessimi padri ricevono in dono
ottimi figli, e così allo stesso modo il grillismo difficilmente intacca i suoi stessi
eletti, parlamentari che antepongono al populismo il lavoro, all’insulto facile
e gratuito il rispetto per le istituzioni. Non si può avere tutto…per fortuna!
Berlusconi ha avuto cloni raccapriccianti - anche se a vedere l'originale sembrava impossibile ottenere di peggio -, ma Grillo, grazie a Dio, ancora no!
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