Il ministro degli
Interni, chiamato a riferire in Senato sul caso Shalabayeva, non ha
convinto. La sua relazione si potrebbe definire persino irrispettosa nei
confronti dell’organo istituzionale che lo ha convocato: Alfano non ha chiarito i
fatti, non ha fatto luce sul caso, ha solo sottolineato più volte di non sapere
nulla, che le autorità hanno agito a sua insaputa e che, infine, nessun
esponente del governo era a conoscenza di un’ estradizione lampo – in soli due
giorni -, dopo un’operazione della Digos che ha coinvolto cinquanta agenti, della moglie e della figlia di un dissidente
politico Kazako ricercato perché rappresentate di spicco di un movimento
politico che lotta contro la dittatura di Nazarbaev. Alfano non sapeva neanche
che c’era già un aereo pronto a riportare forzosamente Alma Shalabayeva e Alua
di sei anni in Kazakistan. Quindi si è organizzata un’operazione di polizia - modello
task force -, in collaborazione con l’interpol, con lo stesso ambasciatore
kazako, il quale faceva pressioni dappertutto, dalla Farnesina al Viminale,
sino a presentarsi di persona alla questura di Roma, e tutto questo senza che
il buon Angelino sapesse nulla. In pratica Alfano ha ammesso che per tre giorni
Roma è diventata provincia kazaka. Si festeggiavano le giornate dell'orgoglio kazako in
Italia e nessuno lo sapeva! Ma il ministrello non si è fermato qui, ha voluto
strafare e ha avuto il coraggio di rivoltare la frittata: non solo ha ribadito
di essere all’oscuro di tutto, ma ha lamentato la mancanza di informazioni da
parte dei suoi sottoposti, si è dichiarato vittima dell’ incompetenza
del suoi collaboratori. In pratica è come se avesse detto: “Sono vittima del
mio ministero! Sono alla loro mercé! Fanno quello che vogliono e non mi dicono
niente… sono l’ultima ruota del carro!” E per questi motivi è stato costretto a
dare le dimissioni il prefetto Procaccini, capogabinetto del Viminale: figura
che per quarant’anni ha servito con zelo, professionalità e discrezione le
nostre istituzioni. Procaccini con grande dignità ha espresso la sua amarezza
ma ha anche sottolineato che non solo il ministro sapeva, che era a conoscenza e veniva informato di ciò che stava accadendo, ma che lo stesso Alfano a definì
“estremamente delicata” la questione.
Il caso Shabalayeva è strano
per vari motivi. E’ strano perché è stata la prima operazione sotto la diretta
responsabilità di Alfano, anzi l’operazione è avvenuta durante il periodo di
interregno: neanche la Cancellieri aveva finito il trasloco che già Angelino si
dava da fare. In pratica il tutto è stato fatto goffamente durante il passaggio
di consegne tra la saggia e severa Fata Turchina e questo Lucignolo dal “personalino asciutto, secco e allampanato”.
Il caso Shabalayeva è strano perché mentre cinquanta agenti irrompevano nell’abitazione
di Alma Shalabayeva, il leader Kazako Nazarbaev
si trovava in Italia, paese che il dittatore ha imparato ad amare grazie al suo
caro amico Silvio Berlusconi… del quale è stato più volte gradito ospite. Il caso
Shabalayeva è strano perché in Italia, per motivi politici, non si estrada nessuno:
infatti, sia la nostra Costituzione che la Carta dei Diritti dell’Uomo -
documento firmato anche da noi - garantiscono asilo a tutti i dissidenti
oppressi e perseguitati da dittature, e quella Kazaka è una dittatura. Ma
Angelino Alfano si è dichiarato ignaro ed estraneo… e questo deve bastare. La
parola di Alfano contro l’ evidenza dei fatti, contro ogni logica. Tutti sanno
che il Ministro degli Interni mente ma la sua sola testimonianza chiarisce
tutto e lo affranca da ogni responsabilità. Qui andrebbe applicato l’antico
principio del Digesto di Ulpiano: “Testis
unus testis nullus”, una solo testimone nessun testimone, peggio ancora se
l’unica testimonianza è proprio quella dell’imputato!, ma non possiamo mica
fossilizzarci sulle regole dettate dal puro e semplice buon senso in momenti come questo?
Ma a conti fatti che
Alfano sapesse o meno poco conta, perché in entrambi sarebbero doverose le sue
dimissioni.
Affermiamo per assurdo che davvero Alfano non era informato, che tutto il ministero fosse impazzito ed ha agito a sua insaputa, che lui stava su quella poltrona per sport, per finire il sudoku e i cruciverba in posto tranquillo, e non voleva per nessun motivo esser disturbato per uno futile caso di estradizione internazionale immediata di una madre e di una figlia verso una dittatura. Mettiamo per assurdo che i fatti sono precipitati malamente e in modo vergognoso e che questo “futile caso” una volta emerso ha ridicolizzato il nostro Paese, le nostre Istituzioni e le nostre leggi. Beh, anche in questo ipotetico - quanto surreale - caso l’ignoranza dei fatti dichiarata da Alfano non lo aiuterebbe per niente… anzi!, Angelino risulterebbe negligente, inetto, incapace di dirigere e gestire il dicastero assegnatogli. Quindi che abbia conferito al Senato dicendo la verità o meno le dimissioni dovrebbero essere ovvie scontate, solo una formalità, una scelta obbligata da parte di una persona rivelatasi non all’altezza del suo compito.
Affermiamo per assurdo che davvero Alfano non era informato, che tutto il ministero fosse impazzito ed ha agito a sua insaputa, che lui stava su quella poltrona per sport, per finire il sudoku e i cruciverba in posto tranquillo, e non voleva per nessun motivo esser disturbato per uno futile caso di estradizione internazionale immediata di una madre e di una figlia verso una dittatura. Mettiamo per assurdo che i fatti sono precipitati malamente e in modo vergognoso e che questo “futile caso” una volta emerso ha ridicolizzato il nostro Paese, le nostre Istituzioni e le nostre leggi. Beh, anche in questo ipotetico - quanto surreale - caso l’ignoranza dei fatti dichiarata da Alfano non lo aiuterebbe per niente… anzi!, Angelino risulterebbe negligente, inetto, incapace di dirigere e gestire il dicastero assegnatogli. Quindi che abbia conferito al Senato dicendo la verità o meno le dimissioni dovrebbero essere ovvie scontate, solo una formalità, una scelta obbligata da parte di una persona rivelatasi non all’altezza del suo compito.
il ministro alfano, hà fatto il palo, in tutta questa vergognnosa vicenda c'è la ben nota manina o manona.la solita in tutti queti vent'anni di vita politica fatta solo di interessi personali. ghe schifo. NELVIS DE VILLA
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