Le
contemporaneità, sempre inquietanti - come il vederci riflessi d’improvviso -
generano maggiori turbamenti quando sono calcolate. L’intenzionalità è grado e
misura della patologia che le genera. Più di un sospetto è alla base della
coincidenza che ha “casualmente” incrociato la fine della registrazione del programma
Porta a Porta e la pubblicazione sul sito del Pdl del “cosiddetto” programma
del partito in interminabile stato di decomposizione – anche qui l’accanimento
terapeutico ha tratti di psicosi collettiva generata da un istinto di
sopravvivenza che è indice davvero di pessimo gusto. Dovete crepare? e crepate
senza far troppi danni.
Le
prime indiscrezioni vedono un Berlusconi da Vespa sulla cresta di un’onda immaginaria che ancora è supportata da una claque
patetica ma tenace finché non vedrà da che parte girerà il vento nei prossimi
mesi.
Intanto
il Cavaliere ancora detta regole – ad un numero di fanti sempre più ridotto e
recalcitrante -, ma la cosa più stupefacente è che con questi capricci il
dittatorello in rovina ancora riesce a tener scacco ad una classe politica
quasi intimorita dai suoi colpi di coda.
Può
permettersi di generare, e portare a buon fine, una crisi di governo ed ora è
anche in grado di congelarla motivando il tutto – questa è grandiosa –
appellandosi ad un doveroso un atto di responsabilità nei confronti del Paese
che detta al parlamento di valutare con maggiore attenzione il Ddl di Stabilità
in approvazione domani. Noi tutti – al di fuori di questo lazzaretto ignobile e
nefando – assistendo a questa pantomima, riacquistiamo quella diffusissima
capacità che ci permettere di indovinare istantaneamente il mestiere – mai
dignitoso - delle madri e delle sorelle di chi non sopportiamo - atto
estremamente liberatorio che precede di un’incollatura solo la bestemmia.
Insomma
Berlusconi prende tempo – forse aspetta che Ruby compia i sessant’anni – e non
lo nasconde ad uno stantio Vespa: “La campagna elettorale può aspettare!”,
dichiara spocchioso dalla Sant’Elena del suo delirio Berlusconi, ribadendo
anche che “noi” – noi tutti – abbiamo ancora bisogno di lui e del suo soccorso –
a questo punto urge constatare se vi sono tracce di cianuro e mercurio nei
bulbi piliferi, le quali spiegherebbero il rovinoso decadimento fisico e l’irreversibile
abdicazione - “alchemica e megalomane”- dalla realtà.
Come
se non bastassero questi indizi per offrire un quadro clinico completo, l’unto –
con le lacrime della D’Urso in un’ ampolla volutamente sottratta a Bossi –
dichiara che gli italiani non sono stanchi di lui e che è convinto che raggiungerà
il 40% dei consensi. Ovvio che in qualsiasi altro paese, ma anche elementari
comunità di individui, annovero anche sperdute tribù della Foresta Amazzonica,
questa sicumera al paziente in oggetto non sarebbe stata permessa, ma già il
solo fatto che ha potuto affermare questo in televisione ci ricorda che questo
è il Paese dei Balocchi e il rischio di svegliarci somarelli è un’eventualità
tutt’altro che remota e improbabile.
Nel
contempo il bellissimo e “arioso” sito del Pdl annuncia il suo programma: semplice,
preciso, lapidario almeno nella stessa misura in cui è assolutamente
improponibile: dieci punti uniti solo dalla demagogia e dalla coriacea volontà
di attingere vampirescamente dal disagio delle persone per ottenere consensi:
1) basta Imu
2) basta Equitalia
3) basta oppressione fiscale
4) basta cattiva Europa
5) basta statalismo e burocrazia
6) Si alla giustizia giusta (vorrei tanto conoscere chi
le scrive, per soldi si fa tutto)
7) Sì al presidenzialismo
8) Sì al federalismo fiscale (ahimé già c’è e funziona
all’italiana)
9) Sì alla libertà di lavoro e impresa.
10)
Sì alla nostra
sovranità ( una spruzzatina di neofascismo era d’obbligo).
Messi
così questi dieci punti chi non li sottoscriverebbe? Ma anche il “Peppone” di
Guareschi ci sarebbe cascato. Anche se c'è da dire che finanche Casa Pound sarebbe stata più realista e
obiettiva.
Il
guaio è che questo non è un programma... è propaganda populista; facendo un
paragone basti dire che è un po’ come confondere lo spazzolino da denti con lo scopino
del water, ma in questi venti anni ci siamo messi in bocca di tutto e non
abbiamo più – forse mai avuto – un senso del gusto raffinato.
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