In Verità

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sabato 3 novembre 2012

SPERO PER HEIDI!


Chi non ricorda queste parole?.... Ti sorridono i monti e le caprette ti fanno ciao? Ebbene si, era la sigla di Heidi e la cantava Elisabetta Viviani… e devo ammettere che questa cantante-attrice fu il mio primo amore, ah… io l’adoravo! Ma già lì avrei dovuto capire che la donna è mobile, che non sarei stato fortunato; perché il mio primo amore che fa? Si fidanza e convive con Gianni Rivera! Un milanista! Ma dico? Perché proprio lui, l’abatino? Non potevi fidanzarti con Sarti? Oriali? Mazzola, Milani, Spartaco Landini, pure Bergomi… anche Peppino Prisco sarebbe andato bene, ma Rivera… che smacco! peggio delle corna! Lì vissi la mia prima delusione d’amore, avrei dovuto cogliere quest’aspetto profetico della mia vita… e invece…
Ma ora veniamo al soggetto, entriamo nel cuore del discorso. Tutti abbiamo visto Heidi: piccola bambina piena di vita - non si è capito mai bene se fosse svizzera o tedesca - sempre sorridente, capace di render felice chiunque la incrociasse. Ma la storia inizia tristemente: una zia zitella, ormai stufa di occuparsi di questa piccola orfanella, decide di portarla sulle montagne dal nonno, episodio traumatico che la bambina vive come una novità entusiasmante e positiva, nonostante il nonno sia un vecchio orso, burbero, inviso a tutto il paese, giù nella bassa. Il nonno di Heidi, uomo di poche parole, con qualche pecora e.. Nebbia, un signor cane: enorme, lassista, sempre pacioso e dormiente, finalmente un Giuliano Ferrara che passa il tempo sbadigliando,dormendo e…. soprattutto, facendosi i cazzi suoi! Ma torniamo al nonno: un uomo enorme, silenzioso che passa il tempo a fare solo formaggio…ora mi chiedo: caro nonno di Heidi, rispondi male a tutti, stai sulle palle a tutto il paese… si può sapere a chi catanazzo vendi quei quaranta chili di galbanino che fai al giorno? Ma Heidi porta la felicità, conosce un piccolo pastorello di nome Peter – di cui si parlerà alla fine -, va con lui sulle montagne a pascer caprette, cosa idilliaca, e adotta una piccola pecorella che chiamerà “Fiocco di neve”. Ma questa piccola creatura lanosa non cresce, resta sempre una pecorella piccola piccola… e il suo crudele padrone vuole portarla al macello, ma la piccola Heidi non può accettarlo e allora si impegna a far crescere Fiocco di neve. Lei e Peter andranno alla ricerca delle erbe più efficaci e rare – si sa, sono proprio quelle che costano di più -, arriveranno fino in Jamaica se serve, ma cascasse il mondo Fiocco di neve crescerà, e crescerà talmente tanto che dovranno chiamarla “Slavina”! Fiocco di Neve crescerà a rilento, ma riusciranno a salvarla, ma ciò che la dispenserà dal macello credo sia stato il fatto che quella pecora era l’unico esemplare al mondo con lana a treccine Rasta, capace di belare No woman no Cry in sette tonalità diverse. Ma questo agreste idillio sarà traumaticamente interrotto dal ritorno della zia zitella, che si riprenderà la piccola Heidi per farla diventare la damina di compagnia di una ragazzina bene in quel di Francoforte, quindi l’unico interesse della zia carogna consisteva nel guadagnare sulle spalle della bambina.
Ora la piccola Heidi si trova proiettata nella città, Francoforte… ora diciamocelo, chi è cresciuto vedendo Heidi ha maturato un terribile pregiudizio su Francoforte, che in fondo è una bella città… Senza alcun motivo abbiamo passato tutta l’infanzia, la pubertà e la prima adolescenza avendo sulle palle Francoforte: perché a Francoforte non si possono vedere le montagne, perché a Francoforte non vendono pane bianco ma solo pane nero, è sempre buia.. triste. Ma in questa uggiosa città Heidi conoscerà la sua amica del cuore… Clara! ragazzina splendida, dolcissima, buona come il pane e, soprattutto, delicata e sensibile, purtroppo costretta da una malattia su una sedia a rotelle. Un po’ tutti noi eravamo innamorati di Clara, bisogna ammetterlo, noi maschietti eravamo tutti segretamente innamorati di Clara. Di giorno sparavamo missili distruttori dalle mutande, come il grande Mazinga, ma di sera aspettavamo Clara. Poi cresci e speri di incontrare una come Clara… ma niente! solo signorine Rottermaier!
Dopo tante traversie la nostra eroina riesce a tornare sulle montagne… Peter l’aspettava con ansia - ma non perde mai l’appetito-, il nonno è felice, Nebbia – come sempre - è narcolettico… Fiocco di neve è cresciuta: ora suona una Epiphone modello Bob Marley in un famoso gruppo tirolese. Tutto è come prima, anzi meglio di prima. Ma la piccola Heidi non dimentica la sua amica del cuore… no, non può dimenticare tutti i suoi amici lasciati a Francoforte, tra i quali il gentilissimo papà e la dolcissima nonna di Clara. Infatti l’amica la raggiungerà lì sulle montagne… saranno sempre felici in quei posti bellissimi, ma ancora di più, Clara guarirà; chissà, sarà stata l’aria, il buonumore, il galbanino del nonno, vallo a capire… ma Clara guarirà, rendendo tutti felici, pure quel limone deambulante della signorina Rottermaier, proprio il massimo!
Ed ora tu Heidi… sai che Peter è sempre stato innamorato di te? Siete cresciuti insieme, lui ti portava sulle montagne, ti dava passaggi sulla sua slitta d’inverno per andare a scuola, avete bevuto latte suggendolo dalle stesse caprine mammelle, hai conosciuto la famiglia… quindi voglio credere che poi vi siete sposati… ci voglio credere, io ci “devo” credere… tu non puoi farmi questo Heidi! Perché se solo vengo a sapere che poi, crescendo, ti sei innamorata di un altro sei proprio una (***)!

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