In Verità

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giovedì 26 settembre 2013

L’ULTIMA STRABILIANTE PICCHIATA DI JO CONDOR.


“Ha insistito tanto che alla fine ho detto di no!” . Con questo aforisma di Romano Bertola – artista poliedrico e autore, insieme a Toni Pagot, delle avventure di Jo Condor – possiamo sintetizzare la funesta e appassionante relazione tra Berlusconi e Letta. Il loro è un amore tellurico, pieno di colpi di scena, di promesse infrante, giuramenti solenni e tradimenti meschini. A loro confronto Liz Taylor e Richard Burton sembrano Pina e Ugo Fantozzi, rispettivamente in vestaglia e canottiera unta davanti alla tv!
Silvio… uomo rude e  insensibile, con un passato torbido che tenta male di nascondere. E’ potente, capace di tutto ed è in grado di rincoglionire a parole chiunque. Un giorno d’aprile Silvio, oramai braccato dalla magistratura deviata e, per questo, destinato a perdere tutto,  incontra il devoto Enrico, promettente rampollo della famiglia  Bilderberg. A dire il vero Silvio ha visto crescere Enrico, perché è il nipote di uno dei due suoi più cari amici…  Gianni, quello incensurato;  ma solo in quel preciso istante il nostro tenebroso protagonista ha visto davvero Enrico. Solo in quel momento ha capito appieno cosa poteva essere per lui quel giovane chierico dai modi gentili, timido e riservato. L’uomo al tramonto incontra un essere in apparenza così diverso da lui e ricorda quando dondolava sulle sue ginocchia come Kermit dei Muppet’s, ma adesso quel fanciullo verdino è un uomo verdino… e quell’uomo si appresta a governare il paese.  Silvio allora vede in lui un’ancora di salvezza, una nuova opportunità per rinascere. A sua volta Enrico è affascinato da quella figura raccapricciante che ha ancora tanto da dare: mezzi, disponibilità economiche, amicizie, agganci e… una maggioranza stabile; e in fondo ad Enrico sono sempre piaciuti i tipi maturi, aveva persino un ritratto di Andreotti nella sua stanzetta verso il quale, innocentemente, rivolgeva tutte le sue speranzose preghiere, nel quale riponeva in segreto tutti i suoi sogni e le sue ambizioni. Un’infanzia difficile quella di Enrico… ma questa è un’altra storia.
E’ vero… questo amore nasce per interesse ma loro ci credono! Col tempo hanno imparato a conoscersi. Il carattere di Silvio è difficile, lunatico, megalomane e pregiudizievole, e a tutto questo si aggiungono notevoli problematiche comportamentali : manie di persecuzione, erotomanie croniche, fenomeni coscienti e puntuali di cleptomania aziendale, ma nonostante tutto Enrico è sempre ottimista. Con grandi sacrifici emotivi il giovane amato serba tutto il fiele e le difficoltà nel suo animo, e a chi lo incontra dice sempre che va tutto bene, che si amano davvero e con tutte le loro forze.
Ma un giorno arriva per Silvio la resa dei conti. Viene condannato in via definitiva e dovrà separarsi da Enrico. Il torbido passato dell’anziano amante in realtà non è mai andato via, questo oscuro peso lo ha sempre accompagnato. Sì, lui ha tentato di ometterlo, di arginarlo, di ignorarlo… a volte è riuscito anche ad “indultarlo”, persino a  “prescriverlo”, ma stavolta non ce l’ha fatta… quei maledetti magistrati sono riusciti a incastrarlo nel  “tremore” degli anni!

Ora il loro amore sta vivendo un momento difficile, forse non riuscirà a reggere alle tensioni che arrivano dall’esterno, all’invidia che questa passione suscitava in giro. Il nervosismo e la diffidenza hanno preso il posto dell’amore e della passione, le parole di affetto e di stima reciproche ora sono solo un pallido ricordo sepolto  dall’arida  e obliante rena del rancore. Quelli che una volta erano due piccioncini ora non si fidano più l’uno dell’altro. Enrico si sente preso in giro perché Silvio non ha mantenuto fede a quel giuramento d’amore eterno inciso a due mani con un artiglio della Santanché su uno scranno di Montecitorio, e Silvio ha perso ogni fiducia in Enrico perché lui e nonno Giorgio non hanno fatto nulla per difenderlo dall’inevitabile condanna, ed ora solo e sconsolato si è rimesso gli occhiali da sole dei Visitors e fingendo una ricaduta d’uveite accarezza Brunetta guardando l’orizzonte chiamandolo Dudù.  

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