In Verità

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sabato 29 giugno 2013

COMMEDIE SEXY E FORZA ITALIA 2.0


Con ogni probabilità futuri storici di stampo negazionista e revisionista potranno tranquillamente teorizzare che questi ultimi vent’anni non sono mai esistiti. Facilmente potrebbero provare che tutti gli eventi, le vicissitudini e gli scandali erano una fiction abilmente messa in piedi dai fratelli Vanzina. Un enorme e interminabile cinepanettone dove gli attori si barcamenavano grottescamente tra enormi figure di merda, mazzette, culi e tette. Solo così potranno spiegarsi personaggi davvero inverosimili e ipertrofici: procaci escort che fanno la lap-dance mascherate da Boccassini, genitori che lasciano figlie minorenni - rovinate dalla televisione - alla mercé di gonadi andate a male a causa dei pruriginosi effetti collaterali generatisi da un mix letale di viagra, megalomania e senescenza. Motiveranno così i futuri revisionisti enormi quantità di danaro distribuite per mantenere silenzi, ammorbidire volontà, veicolare notizie; così  giustificheranno fandonie inverosimili che hanno dell’incredibile già solo nel pensarle, figuriamoci nel dichiararle. Un esempio a caso: pochi si sono soffermati ad immaginare cosa ha potuto pensare il dirigente della questura di Milano che si è sentito dire dalla viva voce del presidente del consiglio italiano che quella minore trattenuta – di cui erano note e stranote provenienza, maternità e paternità – era la nipote del Presidente egiziano. Quantomeno quel povero disgraziato ha dovuto trattenersi dal ridere in faccia all’uomo più potente del paese, che preso dal panico si è trovato a dire la prima minchiata che gli è passata per la testa. Se questo non è il più riuscito e divertente cinepanettone mai realizzato non so quale può mai esserlo.
Ma anche i gregari e le comparse hanno un ruolo notevole in questa perenne e tragicomica commedia sexy: divertentissimo vedere giovani e affascinanti amanti della giustizia e del diritto  alacremente impegnate a difendere il loro generosissimo Pigmalione, ma solo previa certezza di bonifico ricevuto, altrimenti non rilasciano interviste. Dichiarazioni nette e precise dei coinvolti subito smentite dopo illuminanti quarti d’ora passati al telefono. Giornalisti pronti a difendere la libertà intima e le scelte personali dei singoli individui, quando è esigenza di copione, nelle commedie e nelle opere comiche, escludere l’etica se non nello scimmiottarla per ottenere l’effetto opposto - obiettivo perfettamente centrato nell’opera in oggetto.  Ultimo esempio in ordine cronologico di questa banalizzazione etica sono le dichiarazioni di Anselma dell’Olio, compagna di Giuliano Ferrara, la quale dichiara in una trasmissione radiofonica che Ruby era una povera extracomunitaria da assistere e proteggere, non dissimile dai disgraziati che muoiono sulle nostre coste nel tentativo di arrivare in Italia. Poco conta se la giovane ha aperto locali, si è fatta fotografare mentre sventola un corposo mazzo di banconote da 500 euro (solo così ho avuto la prova che esistono davvero) e che la si trovava persino alle prime della Scala o nei locali più costosi di Milano. Queste sono sottigliezze, quisquiglie: gli album fotografici dei centri d’accoglienza sono strapieni di extracomunitari che sventolano banconote, si sa che appena sbarcati diventano proprietari o gestori di locali e in omaggio ricevono un cospicuo assegno mensile e una “macchina contro l’epilazione”.
Ma Anselma non si ferma qui, da storica femminista quale è stata dichiara che sono preferibili le donne che si fanno pagare per sesso, che fanno mercimonio del loro corpo, rispetto alle comuniste scialbe e fricchettone che la danno gratis senza ricavarci alcun guadagno. Cosa dichiarare in proposito se non annunciare la sensazionale scoperta che la glicemia che occlude il sangue al cervello può trasmettersi già per solo contatto tra marito e moglie?

Ma come se non bastasse ieri si è annunciata la rinascita di Forza Italia, un Amarcord, un evergreen! Qui la produzione del film mostra tutte le sue capacità imprenditoriali e di marketing. Come quando la Disney ripropone i Classici in 3D! Tornare al passato nelle strategie pubblicitarie significa ripulire il presente ritornando alle origini. La Cocacola quando si vide diminuire i profitti ripropose per un periodo la bottiglia in vetro disegnata da Samuelson e Dean, per poi trasformarla in quell’obbrobrio in plastica che vediamo. Questa scelta è a atta riproporre una sorta di  verginità, ad istillare nel potenziale elettore un sentimento di ritorno all’età dell’oro. In pratica un salto a quando l’entrata in politica di Berlusconi sembrò quasi eroica e pioneristica e, come se non bastasse, l’operazione mediatica lo ringiovanisce di vent’anni! Molto conveniente come strategia. Funzionerà per poco, giusto il tempo di rovinare definitivamente il paese.   

martedì 25 giugno 2013

BERLUSCONI, IL SIMBOLO DELLA PERSECUZIONE.



Berlusconi è un perseguitato! Ha tutto e tutti contro e la condanna in primo grado nel processo Ruby a sette anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici è solo l’ultimo capitolo di un’operazione politico-giudiziaria ordita per eliminarlo dalla vita politica del paese.
Bisogna essere obiettivi e onesti: da quando è entrato in politica non ha avuto un solo istante di pace… è stato accusato di ogni cosa: associazione a delinquere, abuso in atti di ufficio, prossimità e connivenza con la criminalità organizzata, corruzione, evasione fiscale, abuso di potere, falso in bilancio, favoreggiamento della prostituzione – minorile oltretutto – e concussione. Insomma Berlusconi ha bazzicato trasversalmente, e con estrema nonchalance, sia il codice civile che quello penale senza contare reati istituzionali commessi a causa dell’ultima condanna, eh già! Non dimentichiamo che Silvio screditò un intero parlamento nel dichiarare il falso. Infatti dobbiamo ricordare che nella notte del 27 maggio 2010 ben 314 deputati dichiararono – attraverso il loro voto - che l’allora minore Karima El Mahroug (detta Ruby) era effettivamente la nipote di Mubarak e che le sette telefonate di Berlusconi alla questura di Milano furono solo un atto diplomatico… una cortesia “istituzionale” del nostro primo ministro al presidente egiziano. Ora questo “abuso di potere” da parte di Berlusconi passa in secondo piano rispetto alla rumorosa perniciosità dei reati sessuali ascrittigli ma a ben vedere già solo questa motivazione basterebbe per una condanna e l’interdizione perpetua dalla vita pubblica: il politico investito del potere più alto e dalle responsabilità maggiori di questo Paese fa scempio del proprio ruolo e utilizza la sua stessa carica – ottenuta col consenso popolare -  per coprire un illecito, un illecito di natura personale e penalmente perseguibile. Solo rammentando questo episodio possiamo capire quanto fosse precario, ricattabile e inficiato il presidente Silvio Berlusconi : in primo luogo a causa della vita personale del suo primo ministro un intero esecutivo era alla mercé dei capricci di giovani donne – tra cui una minorenne – che sbarcavano il lunario - anche piuttosto bene - offrendo “compagnia” in cambio di generosi “regali”, e le telefonate de Presidente del Consiglio alla questura di Milano sono lì a provarlo. Da ciò si deduce che il suddetto primo ministro, sempre a causa di queste giovani donne, si trovava “costretto” ad anteporre le proprie vicissitudini personali alle responsabilità istituzionali, addirittura dichiara il falso in sede parlamentare inducendo ben 314 “onorevoli” ad avallare e ratificare una specchiata menzogna presentandola poi davanti alla “Corte Costituzionale”.  E’ evidente dunque che non si tratta del semplice e classico “non è così come sembra” esclamato dal marito infedele colto in fragrante adulterio, perché in questo caso le scelte intime – discutibili o meno – del Presidente Berlusconi non hanno coinvolto solo la sua sfera personale, o familiare, ma tutte le istituzioni e la vita politica di questo Paese, oltretutto delegittimandole. Basterebbe una sola domanda ad inchiodare già solo storicamente Berlusconi: come sarebbe stata la vita politica di questa nazione se tutto questo non fosse accaduto? Cosa avremmo potuto e si sarebbe potuto realizzare se le vicende personali di un solo individuo non avessero scavalcato a piè pari e senza vergogna le esigenze di un’intera nazione? Quindi non solo responsabilità civili, penali e politiche ma anche storiche; ovviamente escludo quelle intime e personali che ricadono nel libero arbitrio e nella morale soggettiva: infatti queste sono solo un fattore marginale in sede di giudizio, anche se bisogna pur riconoscere che restano alla base di tutte queste conseguenze, ben più gravi e incisive, sulla vita del Paese. Ne consegue dunque che tutti gli appelli sulla libertà delle scelte intime di Berlusconi perorati dai vari detrattori retribuiti Ferrara, Feltri, Sallusti e Belpietro sono surrettizie e tutt’altro che valide, lo sarebbero state se l’allore presidente del Consiglio avesse tenuto separate la propria vita intima da quella istituzionale, se la sue generose attenzioni verso giovani fanciulle non avessero sconfinato  sino al punto di condizionare decisioni politiche ed istituzionali, e lo stesso ruolo di presidente del Consiglio. Berlusconi era ricattato dalla sua stessa vita: non è stato in grado di arginare e isolare le scelte personali da quelle politiche: ha esercitato il suo potere innanzitutto sui dirigenti della questura di Milano e, come se non bastasse, sul Parlamento di questo paese, ha indotto inoltre non solo cittadini comuni ma anche esponenti politici, deputati, senatori e ministri della Repubblica Italiana a dichiarare il falso.   
Nonostante tutto Berlusconi resta un perseguitato. Da vent’anni il cavaliere è oggetto di violenti attacchi istituzionali e giuridici, è una vittima “inerme” della magistratura.
Anche in questo caso mi permetto una tanto evidente quanto poco sottolineata osservazione: questo indifeso “martire della libertà”, perseguitato da tutti i giudici, ha fatto il bello e cattivo tempo per vent’anni in questo paese.  Silvio Berlusconi è entrato in politica in evidente conflitto di interessi, ha condizionato mediaticamente le scelte politiche e sociali della nazione, è stato eletto più volte Presidente del Consiglio, è stato sempre seduto negli scranni del Parlamento, è stato sempre protetto, e non solo dal suo partito ma da tutta la classe politica, si è potuto permettere di modificare le leggi di questa Repubblica a sua favore e per il proprio tornaconto, attraverso artifizi istituzionali e temporali ha fatto sì che molti dei reati ascrittigli cadessero in prescrizione, anche se dopo si è premurato di “depenalizzare” – guarda caso – proprio quei capi di accusa che lo vedevano coinvolto - giusto per esser sicuri. In poche parole a questa “povera vittima” le è stato permesso tutto, ha potuto fare tutto. Berlusconi ha spadroneggiato per due decenni infischiandosene letteralmente degli ordinamenti che regolano questo paese con il placet e la benedizione di tutti i politici italiani. Signori miei se Silvio Berlusconi non è l’archetipo più evidente e il simbolo di tutte le vittime e di tutti i perseguitati  chi può esserlo? Mettetevi una mano sul cuore!

  

lunedì 17 giugno 2013

ITALIAN FANTASY CHRONlCLES


Letta con il decreto del “Fare” – anche se tardi – cerca di dare respiro al Paese. Dal canto suo Renzi si fa intervistare nel bagno di Arnold’s mentre distribuisce la brillantina col suo pettinino a scatto, dichiarando che il governo deve fare di più. Il sindaco di Firenze tronfio da un cazzotto al jukebox e sentenzia che al posto di Letta non avrebbe fatto solo il decreto del fare, ma anche quello del “Dire”, del “Baciare”, della “Lettera” e  del “Testamento”, altrimenti si paga pegno; come gli hanno caldamente suggerito i suoi più fedeli collaboratori… i “Teletubbies”.
Berlusconi di tanto in tanto risorge e, dopo essersi candidato come patrimonio universale dell’Unesco, spara la solita cazzata settimanale prontamente riparata da Palazzo Chigi. Ma il cavaliere non si arrende: libera la gallina di Banderas, annuncia un nuovo ciuffo sulla tempia destra e, per evitare altre condanne, dichiara che si avventurerà in un viaggio nel tempo per tornare indietro con l’intenzione di eliminare tutti gli antenati della Boccassini, e se gli restano cinque minuti accoppa anche Sarah Connor, così… giusto per fare un piacere all’amico repubblicano  Schwarzenegger.   
Dopo le rivolte in Turchia D’Alema non sa più come chiamare la sua quinta colonna parlamentare - a lui le rivoluzioni e le teste pensanti non sono mai piaciute. “Troppo di sinistra” – dichiara sconsolato l’ex Presidente del Consiglio prima rottamato e poi riciclato di sottecchi da Renzi.
Brunetta pensa di tornare sul suo suolo natio per le vacanze; ma non è molto amato nella “Terra di Mezzo” - ha preso il “tessssssoooro” un po’ a tutti in questi anni – quindi “il mancato Nobel per l’economia” con ogni probabilità impegnerà la pausa estiva a scrivere con Bondi e la Biancofiore un libro di elegie dedicate a Silvio, in pratica un testo a quattro mani e mezzo. Abbiamo anche una prima indiscrezione sul titolo: “L’amore vincerà pure su tutto: ma col Viagra spacchi!”
Dopo la debacle delle amministrative Grillo è sempre più disperato; infatti non solo minacciano di abbandonarlo senatori e deputati del suo movimento ma si è anche licenziato il suo filippino, ha bucato in autostrada e la moglie gli ha confessato che il padre dei suoi figli è Casaleggio, il quale l’ha ingravidata venendole in sogno e con la sola imposizione del suo balsamo.    

giovedì 6 giugno 2013

PRESIDENZIALISMO, OVVERO LA CALATA DEI BARBARI!


Quale miglior presupposto per la libertà se non la consapevolezza? Quale migliore tutela per i cittadini se non un pluralismo di voci  capace di offrire chiunque uguaglianza di diritti, di possibilità, di espressione e di credo?
Quali migliori strumenti per la realizzazione dell’individuo se non l’istruzione e il lavoro? conoscenza e indipendenza insomma.  
Questi, con ogni probabilità, furono le fondamenta imprescindibili che diedero vita alla nostra Costituzione.
Dopo un ventennio di fascismo e una guerra che ci vide non solo perdenti sul piano bellico ma anche su quello etico e civile  – anche se con l’armistizio siamo l’unica nazione che, passando al volo sul carro dei vincitori,  sulla carta ha “nominalmente” pareggiato una guerra  -, la costituente cercò in ogni modo di arginare ogni possibile deriva dittatoriale, cultuale e personalistica del potere politico, cercando di offrire un sistema democratico incentrato sulla priorità del diritto, anteponendo la tutela del cittadino sopra ogni cosa. Il diritto a questo punto diventava un muro giuridico invalicabile contro il quale sarebbe andato a sbattere anche il potere. Qualsiasi governo non poteva prescindere dalla tutela de diritti per realizzarsi. Insomma, chi voleva comandare non poteva non garantire i diritti costituzionali. Si scelse così una democrazia parlamentare (cosa mai davvero realizzatasi in toto) con due camere distinte (Parlamento e Senato) elette dai cittadini – espressioni dirette del pluralismo delle idee, delle ideologie di tutti - un esecutivo che rispondeva a queste per ogni decisione e un Presidente della Repubblica “difensore e garante” della Costituzione, figura solo in apparenza formale e indiretta, ma di fatto una sorta di estrema tutela e garanzia delle libertà e dei diritti espressi nella carta costituzionale.
Un meccanismo, come scrisse Burke della Costituzione Inglese,  di pesi e contrappesi raffinatissimo, un orologio perfetto realizzato per bilanciare e misurare diritti e doveri, garanzie e responsabilità, oneri e poteri.
Ovvio che messo in mano a “barbari” questo meccanismo non solo è sprecato ma risulta loro eccesivo, complesso da capire, poco semplice, se non addirittura inutile.
Ora si parla di “semplificazione”… perché i barbari sono furbi: mica è colpa loro che non ci arrivano a capire? No! E’ il meccanismo ad essere “difficile”. Gli stessi barbari – accozzaglia di ignoranti autodefinitasi moderna e al passo coi tempi – ritengono questo sistema lento, burocratizzante, non adatto alla  contemporaneità; anche qui c’è una profonda furbizia: dopo sessanta anni di leggi e leggine, di norme e note che hanno “soffocato” i principi costituzionali, sino ad arrivare a leggi ad personam, a stravolgimenti bestiali dei diritti e dei privilegi - i secondi li hanno spacciati per primi per generare  un mostro che nessuno nomina ma che possiamo ben battezzare come il “diritto dei privilegiati al privilegio” -, i barbari hanno ben pensato di attribuire anche in questo caso la responsabilità alle fondamenta costituzionali e non al loro lento e inesorabile annegamento in una giurisprudenza indecente propagatasi in modo endemico negli anni.       
Lo stesso presidente della repubblica partecipa e si rende complice della barbarie: detta tempi e modi, agisce – sotto il vessillo dell’emergenza – contro la Costituzione che dovrebbe difendere, nominando due governi a termine,  si impone alle camere, e viene meno al dettame dell’imparzialità favorendo questo o quel colore di governo, fino a preferire il grigio dell’esecutivo che è attualmente in carica. Le volontà elettorali, dunque, sono state scavalcate, il potere delle camere annullato, il pluralismo di voci soffocato, e tutto nel silenzio generale. Sì… qualche mormorio, qualche lamentela, sempre sussurrata ma mai dichiarata.
Ma ai Barbari non basta, no! I Barbari vogliono il “presidenzialismo”, forma indiretta di rappresentanza ricordiamolo; perché quando l’elettore sceglierà il suo candidato non sceglierà più un’idea, un programma o un insieme di rappresentanti ma solo un nome, una persona, cioè proprio quello che i padri costituenti volevano evitare.
La Costituzione Italiana si oppone per sua stessa natura al  personalismo, alla possibilità che il potere possa cadere nelle mani di un soloindividuo. Accettare il Presidenzialismo significa annullare la Costituzione di questo paese. Non è affatto vero quello che dicono i barbari, e cioè che basta modificarla, è falso! Loro si accingono a stravolgerla, a violentarla, ad umiliarla nel suo spirito e nelle sue intenzioni. La loro ignoranza e la loro  inettitudine saranno causa della definitiva distruzione delle istanze repubblicane, della democrazia, delle libertà e dei diritti garantiti. Ne fossero almeno capaci, si potrebbe arginare il danno, ma siamo davanti a degli inetti, a delle tarme brave solo a rosicchiare, a dei parassiti capaci solo di ammalare i corpi che abitano fino a farli morire.
Esistono solo due tipi di passato: quello in cui chi ci ha preceduto è stato migliore di noi e del quale possiamo solo cercare di essere all’altezza, e quello dove chi è venuto prima è stato solo un pessimo esempio che ha lasciato solo macerie. Ed è troppo facile comprendere quale eredità ci è toccata in sorte.      


domenica 2 giugno 2013

IL FUTURO DELLA SINISTRA:LETTA E RENZI



In Italia non c’è nulla di più affascinante del nulla! Basta vestirlo di mistero e subito si aprono dibattiti, discussioni, forum televisivi, interminabili discussioni di sedicenti esperti, qualificati un quarto d’ora prima da questo o quell’esponente d’area o fazione.
Gli esempi si sprecano, mai tanta inflazione di “niente” come di questi tempi.  Italiani, un coacervo di soggetti geograficamente compressi che hanno opinioni su tutto tranne che sul da farsi.
Renzi e Letta ne sono gli esponenti più radicali: democristiani cavi pronti a contenere istanze trasversali ed inaccettabili, ad incorporare qualsiasi tipo di opinione surgelata pronta ad essere cucinata in retorica vuota.
Renzi lavora di rimessa, perfetto esempio del modulo all’italiana – quello che sacrifica il gioco pur di ottenere punti. Come un voyerista navigato è in continua allerta: guarda i movimenti del governo, valuta i suoi punti deboli, i lati critici, quelli deboli, le incongruenze, le contraddizioni e infine sputa sentenze ovvie da circolo di briscola. Non ha idee, figuriamoci programmi: parassita intorno alla vita politica per poi rinfacciarne nei  i difetti. Detto in soldoni, si fa bello con la bruttezza altrui. Neanche pagato lo vedremo sbottonarsi su un abbozzo di programma, anche perché saremmo costretti a vedere la nudità del nano da circo che usa come trampoli gli errori degli altri per apparire più alto e imponente. Non ha idee, non ha opinioni se non quelle che emergono come pedicelli inaspettati sul viso di chi si gioca davvero la reputazione. Renzi aspetta le votazioni del parlamento e le dichiarazioni del governo come un giocatore ossessivo aspetta  di guardare le carte che ha in mano, e la vita reale del Paese è solo una valutazione statistica su cui tentare il bluff.
Per Letta la risposta è più semplice ma non meno banale:  questo seminarista trovatosi a sinistra per calcolo – che ha come esempio politico Giulio Andreotti – pur di non lasciare il paese in mano all’interrogativo del nuovo è disposto a fare patti con demoni ridicoli, con dannati appoltronati, ipocriti dalla retorica tanto facile quanto volgare e abominevole, miserrimi senza decenza  capaci di subaffittare la propria coscienza già vergognosamente venduta a questo o a quel satana offshore in pareo.
Renzi e Letta, così simili e così reazionari, anime beate perché delegano le pene a terzi, presunte novità masticate. Solo che il primo guasta per curriculum e il secondo media per sopravvivenza. Mai ruoli così puntuali ed esaurienti: caselle perfettamente riempite, figure tipiche della tradizione infelice della classe dirigente di questo paese. Entrambi sono consapevoli che in Italia è inutile il proselitismo ma essenziale l’aggancio, secondarie le idee e i rinnovamenti ma indispensabili le zone grigie e gli equilibri. L’abilità consiste nel restare medi e mediocri, aghi di bilance sfalsate, di bussole rotte a dovere. E in questo gioco di equilibri patologici ma radicati e tradizionali restano in limbo fumoso di tedio ed inconsistenza. Non serve avere carattere o  personalità, anzi è controproducente… basta una buona dose di stomaco blindato e ingoiano tutto, usano tutto, accettano tutto. Condannano le ideologie – oramai macchiate come mali universali –  per giustificare la loro assenza di radici e di tradizioni, il loro essere conservatori e protettori dei poteri forti dal lato sbagliato, il loro essere uomini di destra in un Partito Democratico senza identità… ricettacolo di orfani illegittimi di un passato vile e mediocre.